Tutti i Segreti di un Buon Vino svelati in cinque mosse
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Un buon vino è quel nettare magico che si pone all’incrocio perfetto tra il gusto personale e l’eccellenza in quelle caratteristiche che ne definiscono la qualità.
Riconoscere un buon vino non è solo questione di gusto personale, ma richiede una certa conoscenza e sensibilità verso le caratteristiche che definiscono la qualità.
Riuscendo a conoscere e discernere quelle, anche il palato, in un certo senso, matura e diventa più raffinato. Per cui la valutazione del vino che può sembrare complicata, diventa quasi un gioco da ragazzi che possiamo provare a portare a casa in cinque semplici mosse. Vediamo quali.
Quando il Vino è Buono…si vede
L’aspetto visivo è il primo criterio di valutazione di un vino. Osservare il colore, la limpidezza e la consistenza del vino può dare molte informazioni sulla sua qualità e sul suo stato di conservazione. Un vino bianco dovrebbe avere un colore che va dal paglierino chiaro al dorato intenso, mentre un vino rosso dovrebbe spaziare dal rubino al granato.
Variazioni estreme nei colori possono indicare ossidazione o altri problemi. Un buon vino deve essere poi limpido e brillante. Un vino torbido può indicare difetti nella vinificazione o conservazione. Ruotando il vino nel bicchiere, si possono osservare le “lacrime” che scendono lungo le pareti del bicchiere. Lacrime dense e lente indicano un alto contenuto di alcol e glicerina, spesso associato a vini di qualità.
Ma anche il Naso vuole la sua parte
L’olfatto è un senso cruciale nella degustazione del vino. Un buon vino deve avere un bouquet complesso e armonico a partire da un profumo intenso che può essere percepito facilmente senza avvicinare troppo il naso al bicchiere. I vini di alta qualità presentano una varietà di aromi che possono includere frutta, fiori, spezie, erbe e note minerali. Gli aromi, inoltre, devono essere puliti e freschi, senza sentori di muffa, ossidazione o altre imperfezioni.
Un Gusto che sia Equilibrato ma Persistente
Il gusto è forse l’aspetto più soggettivo della valutazione del vino, ma ci sono comunque alcuni parametri oggettivi che possono essere utilizzati. Un vino equilibrato ha un’armoniosa combinazione di acidità, dolcezza, tannini e alcol. Nessun elemento deve predominare sugli altri. La persistenza aromatica è la durata dei sapori dopo che il vino è stato deglutito. Un vino di qualità ha una lunga persistenza. Il corpo del vino si riferisce alla sua densità e consistenza in bocca. Può essere leggero, medio o pieno, e un buon vino dovrebbe avere un corpo appropriato al suo stile.
Saper Leggere l’Etichetta
Se sull’etichetta troviamo marchi caratterizzati dall’insegna Doc (Denominazione d’origine controllata) o Docg, in cui l’origine è anche garantita, vuol dire che quel vino avrà rispettato un preciso disciplinare di produzione. Ovvero la scelta idonea dei vitigni, le tecniche di coltivazione, il territorio dove quel tipo di vite cresce e il preciso metodo di vinificazione.
Oltre a questi parametri, il vino deve aver superato il relativo test delle caratteristiche organolettiche. Un buon vino, infatti, deve rispecchiare le caratteristiche tipiche del suo vitigno e della sua regione di origine. I vini di qualità esprimono chiaramente le caratteristiche del vitigno da cui sono prodotti.
Ad esempio, un Cabernet Sauvignon dovrebbe avere note di cassis e pepe, mentre un Chardonnay può avere note di mela e burro.
La tipicità si riferisce anche alla capacità del vino di esprimere il “terroir” – il terreno, il clima e le pratiche vinicole della sua regione di produzione.
Invecchiamento e giusti Accoppiamenti A Tavola
Ultime ma non ultime “doti” del vino di qualità sono quelle legate al valore che questo acquisisce col passare del tempo. La capacità di un vino di invecchiare bene è un indicatore importante della sua qualità.
Alcuni vini sono fatti per essere bevuti giovani, mentre altri migliorano con l’età. Un buon vino da invecchiamento deve avere una struttura solida e un equilibrio di componenti che si evolvono positivamente nel tempo. Un vino che invecchia bene sviluppa aromi e sapori complessi che non erano presenti in gioventù.
Particolari dai quali che, considerati uno ad uno così come nel suo complesso, danno modo di fare i migliori accoppiamenti a tavola. Passaggio decisivo per coronare nel migliore dei modi l’esistenza di un vino. Capace di accompagnare il vero intenditore dalla vendemmia alla mescita e all’esaltazione del gusto sopra le migliori tavole e sotto i più fini palati.