Viaggio al centro della terra dei vini: conoscere vitigni, foglie e terreni
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Sorseggiare un buon bicchiere di vino è un’esperienza unica ed è importante conoscere le particolarità delle piante con cui si produce questo nettare. Ogni vitigno rende un vino, diverso da un altro, arricchendolo con caratteristiche organolettiche importanti. I vitigni possono distinguersi per forma del grappolo e delle foglie, per colore degli acini e per periodi di maturazione. Sono tre le principali distinzioni dei vitigni: vitigni a bacca rossa, vitigni a bacca bianca, vitigni a bacca grigia.
Ampelografia: studiare i vigneti
L’ampelografia studia approfonditamente i vitigni e ne analizza germogli, foglie e frutti. Attraverso questa disciplina possiamo conoscere le caratteristiche dei vari organi della pianta nel corso delle diverse fasi di crescita. Una delle principali classificazioni dei vitigni si fa in base alla loro origine e territorialità: distinguiamo tra vitigni autoctoni, locali, nazionali e internazionali.
Riconoscere i vitigni dalla foglia
Distinguere i vitigni osservando le foglie non è semplice, bisogna fare attenzione a diversi fattori. Le foglie di vite o pampini, a un primo sguardo, possono sembrare tutte uguali, ma non è così: tutte hanno 5 nervature primarie, ma una prima macro-distinzione si può fare tra intere, trilobate e pentalobate o quinquelobate. Se vogliamo imparare a riconoscere i vitigni osservandone le foglie dobbiamo far attenzione a forma e dimensione della foglia, forma dei seni laterali e del seno peziolare, colore e bollosità, caratteristiche della dentatura, angolo del lobo centrale.
Quali sono i terreni ideali per la vite?
Nel mondo esistono migliaia di varietà di vino, prodotte in zone vinicole molto diverse e lontane tra loro. Per scegliere il suolo più idoneo è fondamentale conoscere il drenaggio, la tessitura e la composizione chimica del terreno: il terreno ideale per il vigneto non è universale, ma varia in base alla vite e alla tipologia di vino che si vuole produrre.
Per ottenere un vigneto fruttuoso è importante coltivare su terreni specifici perché la composizione del suolo influenza la viticoltura: la vite non prospera su terreni ricchi, bensì è più produttiva su terreni poveri. Inoltre, lo stesso vitigno può dare uve con caratteristiche diverse in base alla composizione del terreno: le radici delle piante assorbono dal terreno acqua e sostanze nutrizionali che poi conferiscono il giusto carattere al vino. È importante avere un terreno capace di drenare l’acqua per evitare il ristagno idrico; è altrettanto importante conoscere la tessitura del terreno, cioè lo scheletro con la sua composizione di sabbia, limo e argilla. Dal punto di vista agronomico il terreno ideale per il vigneto bilancia questi tre materiali, con un contenuto di argilla che non supera il 20-25%.
I terreni calcareo-marnosi donano al vino un colore profondo, profumi intensi, struttura e bassa acidità; i terreni di calcare e sabbia danno vini equilibrati e dal profumo fresco; i terreni argillosi sono perfetti per vini rossi e complessi; infine, i terreni sabbiosi favoriscono vini giovani, con struttura leggera e buona acidità.
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Le varietà di Gotto d’oro
Presentiamo ora le caratteristiche dei vitigni protagonisti dei vini di Gotto d’oro.
Malvasia di Candia e del Lazio
Con Malvasia si indicano vitigni con i quali si producono diverse varietà di uve, (sono 18 le malvasie in Italia). La malvasia di candia è una varietà a bacca bianca molto produttiva e aromatica. Si definisce anche Malvasia rossa per il colore rossiccio del germoglio, produce vini giovani e leggeri, dal profumo agrumato.
La Malvasia del Lazio, definita anche puntinata per le piccole macchie nere presenti sulla buccia degli acini, è una varietà tardiva. Nella produzione firmata Gotto d’oro le troviamo nel Marino DOC Superiore, Frascati DOC, Castelli Romani DOC bianco, Roma DOC malvasia puntinata.
Trebbiano
Il Trebbiano è una varietà molto diffusa, la cui origine viene attribuita alla Toscana. Nel tempo questa coltivazione a bacca bianca si è diffusa moltoin Francia. Si tratta di una varietà con elevata vigoria, ha una buona affinità all’innesto e resiste bene ai comuni parassiti. Da questi vitigni otteniamo vini moderatamente aromatici e di buona struttura. In Gotto d’oro lo troviamo nel Marino DOC Superiore e nel Frascati DOC.
Sangiovese
Il Sangiovese è tra i più diffusi vitigni a bacca rossa,la varietà autoctona italiana per eccellenza. Nel Lazio lo troviamo in numerose denominazioni nell’area dei Castelli Romani. Si tratta di una varietà a maturazione tardiva, ma dal germogliamento precoce, per cui teme le gelate primaverili. I vini a base di sangiovese invecchiano molto bene e, col tempo, migliorano sia sotto il profilo olfattivo che gustativo. Gotto d’oro usa il Sangiovese per il Castelli Romani DOC rosso, rosato e Roma DOC rosso.
Cesanese
Il Cesanese è molto diffuso nel Lazio. Il nome risale ai tempi degli antichi romani, in quanto la varietà era coltivata nelle caesae, ossia nei “luoghi dagli alberi tagliati”. È un vitigno medio tardivo, con una buccia spessa, vigoroso, predilige potature corte e coltivazione di media espansione, è molto sensibile agli attacchi funginei. Possiamo distinguere il cesanese comune, con grappolo più grande e il cesanese di Affile, più pregiato. Produce un vino dolce e abboccato, rosso rubino, dal profumo di visciole mature. Corposo e morbido in bocca, con finale di mandorla, si abbina bene alle castagne quando è giovane e alla selvaggina quando raggiunge la maturità. Dalle sue cantine Gotto d’oro presenta il Lazio IGT Cesanese.
Montepulciano
Il Montepulciano è annoverato tra i grandi vitigni a bacca rossa dell’Italia centro meridionale. Si tratta di un vitigno molto versatile, permette produzioni abbondanti in vigneto, ma il vino nel bicchiere non perde mai di personalità. Colore rosso rubino intenso, profumo inebriante di frutta rossa, gusto dolce, è perfetto anche da miscelare con altre varietà. In Gotto d’oro il Montepulciano si trova nel Castelli Romani DOC rosso e nel Roma DOC rosso.