L’oro rosso dei Castelli Romani, della città eterna e del Lazio: una storia di antica passione.

Gotto d’oro rosso dei Castelli? Certo, perché no?

Nessun imbarazzo, al massimo l’imbarazzo della scelta e l’orgoglio di essere l’eccezione di qualità alla “regola” dei vini bianchi certamente più caratteristici del vulcano laziale ma non al punto di inibire la coltivazione e la produzione sul territorio di altri vitigni che, anzi, sono rientrati appieno nei prodotti ormai caratteristici del territorio vulcanico, appena a sud della Capitale, riconosciuta e apprezzata grazie al suo marchio doc.

Vale dunque la pena intraprendere questo affascinante e, è proprio il caso di dirlo, appassionante e delizioso viaggio nel profondo rosso firmato Gotto d’oro.

I rossi Gotto d’oro: una tradizione antica e apprezzata da sempre 

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Il vino Castelli Romani Doc Rosso è una delle tipologie previste dalla denominazione Castelli Romani Doc. Una storia lunga e millenaria che, nel corso dei secoli, ha più volte visto il riconoscimento sia in termini istituzionali, sia in termini di riscontro economico-commerciale.

I vitigni che fanno parte della composizione del vino Castelli Romani Doc Rosso: sono Sangiovese, Merlot, Montepulciano, Merlot, Cesanese comune, Nero buono Sangiovese.

Il Castelli Romani Doc Rosso lo troviamo sia nella linea Classica nel formato da due litri, sia nella linea Settantacinque75, nel formato da tre quarti. Si tratta di un vino che nasce nel comprensorio della Denominazione di Origine Controllata dei Castelli Romani da uve Sangiovese e da altri vitigni a bacca rossa (come da disciplinare) che si giovano della natura collinare, tufacea e dell’altitudine tra i 180 e i 400 metri, caratteristiche delle aree di coltivazione delle uve doc dei Castelli Romani.

Di un colore rosso deciso con riflessi violacei, un profumo floreale intenso tale da ricordare in particolar modo le fragranze di ciliegia e lampone a restituire un gusto morbido, armonico e persistente. Il Castelli Romani Doc Rosso si accoppia magnificamente con la gran parte delle pietanze particolarmente pastose e saporite della tradizione romana: dai bucatini all’amatriciana alla pasta e fagioli tra i primi piatti, fino ad arrosti di carne e cacciagione.

Va servito alla temperatura di 16° nei bicchieri ballon che esaltano meglio la corposità dei vini rossi più pregiati.

Tra le proposte in rosso della linea Classica vediamo anche un Igt Lazio nel formato da un litro e mezzo.

 

Rosso Doc di Roma

Nel bouquet dei rossi Gotto d’oro compare anche il Roma Doc Rosso. Disponibile nella linea Settantacinque75, affinato tre mesi in barrique e destinato alla grande distribuzione e nella linea Vinea Domini che, trascorsi sei mesi in barrique di rovere francese, viene immesso sul mercato di enoteche, ristoranti e alberghi. Si tratta di un vino caratteristico dei colli capitolini, dalla storia più recente in termini di riconoscimento del marchio Doc ma non per questo meno apprezzato.

Prodotto a base di Montepulciano coltivato in vigne tra i 200 e i 300 metri d’altezza, Roma Rosso Doc è caratterizzato da un colore rubro violaceo con sfumature di buccia di melanzana nera che all’olfatto restituiscono note decise di frutta rossa matura, in particolare ciliegia, mora e prugna con sentori di spezie e armonica vaniglia derivanti dal passaggio in legno.

In generale, al gusto, troviamo un vino di buona complessità, dove forza e struttura sono in simbiosi con l’eleganza e l’armonia. Ottimo il potenziale evolutivo e la persistenza dei sapori che ben si sposa con piatti di carne rossa aromatizzata con spezie particolarmente saporite, come i saltimbocca alla romana.

 

Cesanese: la tradizione del rosso

Nella linea Settantacinque75 è possibile trovare il Cesanese Igt del Lazio, ovvero quella tipologia di Cesanese che nasce vicino a Roma, tra Olevano e i Castelli Romani, dove anticamente era chiamato anche come Bonvino Nero, Castrese, Sanguinella e Nero Ferrigno, oggi più semplicemente Cesanese comune che rappresenta la varietà autoctona a bacca nera più rinomata del Lazio.

Spostandoci decisamente a sudest, esattamente dove si incontrano i territori della provincia romana e di quella ciociara, passando per i Castelli, entriamo nella rossa tradizione del Cesanese d’Affile.

Noi di Gotto d’oro proponiamo il Cesanese del Piglio Docg, unico vitigno del Lazio ad aver ricevuto il marchio di denominazione originale controllata garantita, tra le etichette della linea Ho.Re.Ca Vinea Domini.

Caratteristiche uniche e tali da rendere questi vini complici perfetti di antipasti con salumi molto stagionati, primi piatti a base di sughi di carne, non infrequenti nella tradizione ciociara, ma anche spaghetti alla carbonara, secondi di carne arrostita, in particolare l’abbacchio alla scottadito.