Cesanese: il rubino più nobile delle vigne del Lazio
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Il Cesanese è un’eccellenza del Lazio. Un vino rosso che si può inserire, a buona ragione, tra i principi dell’enoteca italiana. E se nella fantasiosa e comica sceneggiatura del Marchese del Grillo, mitologico personaggio nato dall’unione tra la genialità del regista Mario Monicelli e l’estroso talento del grande Alberto Sordi, il nobile ottocentesco, ne andava pazzo arrivando a consumarne da solo il contenuto di una intera botte; vi sono cenni storici che potrebbero far riferimento a questa speciale uva laziale anche nella letteratura antica, come la Naturalis Historia in cui si parla delle Alveole che secondo lo studioso d’epoca romana crescevano nei pressi di Ariccia.
Cesanese del Piglio: unico Docg
Il Cesanese, o meglio i Cesanesi, sono coltivati nei territori di Affile, Olevano Roma-no, in provincia di Roma, e Piglio nell’alta Ciociaria, unico quest’ultimo ad aver ottenuto la Docg (Denominazione di origine controllata garantita).
La genesi più lontana del vitigno si perde nella notte dei tempi. Superando, infatti, anche i racconti dello scrittore classico, c’è chi collega le origini del vitigno alle lontane terre caucasiche, datando l’arrivo a Roma solo al V secolo, una data molto successiva al racconto di Plinio che, in tal caso, sarebbe stato male interpretato. Mistero pressoché irrisolvibile. Quello che invece è il dna praticamente unico del vitigno senza alcun legame con altre uve tipiche dei territori italiani.
Fu nel periodo in cui queste zone erano colonie romane che venne coniato il termine Cesanese in quanto la varietà era coltivata nelle caesae, ossia nei “luoghi dagli alberi tagliati”.
Il vitigno è medio tardivo, caratterizzato da una buccia spessa e pruinosa. Il Cesanese del Piglio Docg, lo ritroviamo tra le etichette della linea Vinea Domini di Gotto d’oro.
Nella Linea Settantacinque75 è invece possibile trovare il Cesanese Igt Lazio, ovvero quella tipologia di Cesanese che nasce più vicino a Roma, tra Olevano e i Castelli Romani dove anticamente era chiamato anche come Bonvino Nero, Castrese, Sanguinella e Nero Ferrigno, oggi più semplicemente Cesanese comune che rappresenta la varietà autoctona a bacca nera più rinomata del Lazio.
Un gioiello prezioso e…per pochi
Il Cesanese è un’uva autoctona dei territori del Lazio meridionale. Una varietà complessa ma non complicata, la cui caratteristica che la rende tra le migliori e più particolari, tanto da caratterizzare la sua zona d’origine, è proprio la bassa produzione di vino che offre, inversamente proporzionale all’altissima qualità del prodotto.
Tale specificità che rende il Cesanese così prezioso, si è compresa in realtà solo nel secolo scorso. Fino alla prima metà del Novecento, infatti, l’area del Piglio era coltivata con maggiore intensità, senza la possibilità di godere e beneficiare al meglio dell’unicità di cui, letteralmente, si sarebbe successivamente marchiato il Cesanese.
Vino Cesanese: dalle campagne del Piglio ai calici più nobili d’Italia
Solo quando i vignaioli ciociari hanno realizzato quale fosse la vera specificità della loro uva regina, il risultato ha iniziato ad essere sorprendente, offrendo ai cultori dei calici pregiati il vino rosso di qualità assoluta che tutti oggi possono apprezzare e di cui possono godere.
Un vino che si caratterizza per il suo profumo tipico, che ricorda le visciole mature, corposo e morbido in bocca, con finale lievemente ammandorlato. Un vino che non teme alcun confronto con le grandi varietà nobili italiane.
Di colore rosso rubino, al palato il vino Cesanese risulta morbido e corposo e particolarmente dotato in termini di freschezza. La struttura tannica è importante. La naturale acidità, propria del vitigno, va via via perdendosi con la maturazione. Per questa ragione si opta spesso per una vendemmia precoce, pratica assai diffusa, in special modo per la parte di Cesanese destinata all’invecchiamento. La beva risulta essere ricca e assolutamente godibile sia in termini di persistenza sia di intensità.
Abbinamenti: il complice perfetto dell’abbacchio allo scottadito
Tutte queste caratteristiche rendono il Cesanese il complice perfetto di pasti particolarmente saporosi che possono includere: antipasti con salumi molto stagionati, primi piatti a base di sughi di carne, non infrequenti nella tradizione ciociara, ma anche spaghetti alla carbonara, secondi di carne arrostita. Complice perfetto di entrambi i nostri Cesanesi, Igt Lazio e del Piglio Docg, sarà dunque un’altra pietanza simbolo della cucina romana qual è l’abbacchio alla scottadito. Che sia, dunque, un pasto ricco e in buona compagnia, grazie alla genuinità unica che non tradisce del Cesanese.
Prosit!